L'organo

Alla destra del presbiterio, è posizionata la consolle a due tastiere del grande organo della Ditta Giovanni Tamburini di Crema, installato nel 1964 su progetto di Giuseppe Nano (1913-1992), progettista di Stato, che ne ha studiato il disegno e la più idonea posizione.

La chiesa gode, infatti, di questa importante “macchina sonora”, restaurata nel dicembre 2021 dalla Ditta Palmas di Segariu e dall’accordatore Davide Murgia, le cui canne campeggiano e brillano alla base del grande mosaico, mentre il suo suono accompagna la preghiera dei fedeli nei momenti più solenni della cerimonia liturgica.

Contesto Storico

Negli anni ’60 del XX secolo, l’Italia stava vivendo un periodo di rinnovamento culturale e artistico. Le chiese, luoghi di culto e di aggregazione sociale, sentivano la necessità di dotarsi di strumenti musicali che potessero accompagnare le celebrazioni liturgiche e contribuire all’atmosfera spirituale degli eventi. La parrocchia di San Benedetto, situata in una zona centrale di Cagliari, decise di intraprendere un progetto ambizioso: la costruzione di un organo a canne che potesse rispondere a queste esigenze.

La Scelta della Ditta Tamburini

La scelta della ditta Tamburini di Crema non fu casuale. Fondata nel 1920, la Tamburini era già conosciuta a livello nazionale e internazionale per la qualità dei suoi strumenti. Questa è stata la più grande ditta in Italia che in quegli anni arrivò ad avere oltre 60 operai.

La ditta si era distinta per la capacità di coniugare tradizione e innovazione, realizzando organi che non solo rispettavano le tecniche costruttive storiche, ma integravano anche soluzioni moderne per migliorare la sonorità e la funzionalità. Questo approccio fece sì che la parrocchia di San Benedetto si sentisse sicura nella scelta di affidare a loro la realizzazione dell’organo.

Progettazione e Collaborazione

La progettazione dell’organo richiese un intenso lavoro di collaborazione tra i rappresentanti della parrocchia, i musicisti locali come il Maestro Giuseppe Nano e gli artigiani della Tamburini.

Inizialmente, si svolsero degli incontri per discutere le esigenze musicali e liturgiche della comunità. Fu fondamentale considerare il repertorio che sarebbe stato eseguito, le dimensioni della chiesa e l’acustica dell’ambiente. Gli artigiani della Tamburini, esperti nel loro campo, presentarono diverse opzioni per il design dell’organo, proponendo una combinazione di canne di legno e metallo che garantisse un suono ricco e armonioso.

Si decise di realizzare uno strumento con diverse registrazioni, in modo da poter eseguire una vasta gamma di brani, dalla musica barocca a quella romantica.

Costruzione dell’Organo

È uno strumento di ricostruzione, come per le altre chiese del FEC in Cagliari (Carmine, san Domenico, Santa Caterina, san Giuseppe ecc.), venne finanziato verosimilmente dagli americani dopo le distruzioni belliche. La progettazione è stata curata dal maestro Giuseppe Nano, collaudatore per il sud Italia e docente nel conservatorio cittadino dal 1948.

La costruzione dell’organo iniziò con la preparazione della cassa, un elemento fondamentale che non solo ospita le canne, ma funge anche da elemento decorativo. La cassa fu realizzata in legno pregiato, lavorata con grande attenzione ai dettagli e rifinita con intarsi che richiamavano motivi tradizionali. Ogni fase della costruzione fu seguita con cura, dalla selezione dei materiali alla lavorazione delle canne.

Le canne furono realizzate in diverse dimensioni e forme, ognuna intonata con precisione per garantire un’armonia perfetta. Il processo di intonazione richiese tempo e pazienza, poiché ogni canna doveva essere testata e regolata per ottenere il suono desiderato.

Gli artigiani della Tamburini lavorarono instancabilmente per assicurarsi che l’organo fosse in grado di produrre un suono potente e melodioso, capace di riempire l’intera chiesa.

La dimensione dello strumento è sufficiente per la chiesa, collocato felicemente nell’ abside che consente la proiezione del suono in avanti.

Inaugurazione e Prime Esecuzioni

L’organo fu completato e inaugurato nel 1964 in un evento solenne che si tenne nella chiesa di Santa Lucia.

La cerimonia di inaugurazione attirò molti fedeli, musicisti e appassionati di musica, creando un’atmosfera di festa e celebrazione. Durante l’evento, un organista esperto eseguì una serie di brani, dimostrando le potenzialità dello strumento.

Le note melodiose si diffondevano nell’aria, avvolgendo i presenti in un’atmosfera di grande spiritualità.

Importanza Culturale e Musicale

Con il passare degli anni, l’organo a canne della ditta Tamburini è diventato un elemento centrale della vita musicale della parrocchia. Le sue sonorità hanno accompagnato innumerevoli celebrazioni liturgiche, matrimoni e concerti, contribuendo a creare momenti indimenticabili per la comunità.

La chiesa di Santa Lucia è divenuta un punto di riferimento per concerti di musica sacra, attirando artisti e musicisti di talento da tutta la Sardegna e oltre. Inoltre, l’organo rappresenta un importante patrimonio culturale, simbolo della tradizione musicale sarda. La sua presenza nella chiesa non solo arricchisce l’esperienza liturgica, ma testimonia anche l’impegno della comunità nel preservare e valorizzare la musica sacra.

Conclusione

Oggi, l’organo a canne della ditta Tamburini non è solo uno strumento musicale, ma un vero e proprio simbolo di identità culturale e spirituale per la comunità di Cagliari. La sua storia, che intreccia arte, fede e comunità, continua a vivere nel cuore di chi frequenta la chiesa di Santa Lucia, rendendola un luogo dove la musica e la spiritualità si incontrano in un abbraccio eterno.

I restauri

Nell’ arco degli anni l’Organo della Parrocchia di San Benedetto ha subito vari intervertì di restauro.

Tra le date più significative

Anni’ 70 Atzori, un musicista dilettante, collegò una tastiera di armonio al primo manuale.

22 febbraio 1997 Gli organari della Ditta Tamburini di Cremona completano la revisione generale dell’Organo. Riportandolo alle origini grazie all’operaio che nel 1963 aveva provveduto ad installarlo nell’Abside della Chiesa di Santa Lucia. Codebue, un ex impiegato di Tamburini, alienò la tastiera di armonio collegata precedentemente dall’Atzori.

Tra le più recenti

 
2012, l’Autodidatta Fiori provò senza successo con la delicata strumentazione.

18 maggio 2024  Si conclude il restauro dopo 3 lunghi anni  dell’Organo della Chiesa di Santa Lucia in Cagliari che ha ripreso a suonare nella sua completezza con l’obiettivo di riportare alla luce la bellezza e la funzionalità dell’organo.

La pulitura e la revisione delle parti elettriche e delle pelli è stata curata dalla ditta Arte Organaria Sarda di Roberto Palmas, la messa in forma della fonica e la reintonazione dalla ditta Arte Organica di Davide Murgia.
La reintonazione sì è resa necessaria proprio per la natura industriale dello strumento: il suono impostato in fabbrica non veniva riequilibrato in Chiesa in quegli anni di consegne internazionali per l’azienda Tamburini.

Davide Murgia, con la sua esperienza e passione per la musica sacra, ha affrontato il restauro con grande attenzione ai dettagli e rispetto per la tradizione.
L’intervento ha incluso la pulizia dei tubi, la riparazione dei meccanismi interni e la sostituzione di parti usurate, mantenendo intatta l’autenticità dello strumento.
Questo restauro non solo ha valorizzato un patrimonio storico e artistico, ma ha anche offerto alla comunità l’opportunità di riscoprire e apprezzare la musica liturgica.
L’organo, ora restaurato, è tornato a essere protagonista durante le celebrazioni, arricchendo l’atmosfera di preghiera e comunione.

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