Quaresima

La Quaresima è un periodo fondamentale nel calendario liturgico cristiano, che rappresenta un tempo di riflessione, penitenza e preparazione spirituale in vista della Pasqua.
Inizia il Mercoledì delle Ceneri e dura 40 giorni, escludendo le domeniche, fino alla celebrazione della Pasqua.
Questo periodo è caratterizzato da un invito alla conversione e alla crescita nella fede, seguendo l’esempio di Gesù Cristo.

Significato della Quaresima

Il numero 40 ha un forte significato simbolico nella tradizione biblica. Rappresenta i 40 giorni che Gesù trascorse nel deserto, dove affrontò le tentazioni del diavolo. Questo tempo di prova e digiuno è un modello per i cristiani, che sono chiamati a riflettere sulle proprie debolezze e a cercare una maggiore intimità con Dio.
La Quaresima è quindi un’opportunità per esaminare la propria vita, riconoscere gli errori e impegnarsi a migliorare.

Le Origini della Quaresima

Le origini della Quaresima risalgono ai primi secoli del cristianesimo. Inizialmente, era un periodo di preparazione per i catecumeni, coloro che si preparavano al battesimo.
Con il passare del tempo, la Quaresima si è evoluta in un periodo di penitenza per tutti i fedeli, diventando un momento di riflessione e rinnovamento spirituale.
La Chiesa ha stabilito pratiche specifiche per aiutare i credenti a vivere questo periodo in modo significativo.

Pratiche durante la Quaresima

Durante la Quaresima, i cristiani sono invitati a praticare diverse forme di penitenza e di spiritualità. Tra le pratiche più comuni ci sono:

1. Digiuno e Astinenza: Molti decidono di rinunciare a cibi particolari, come carne o dolci, in segno di sacrificio e autocontrollo. Il digiuno non è solo un atto di privazione, ma un modo per concentrarsi sulla dimensione spirituale della vita.

2. Preghiera: La Quaresima è un tempo per intensificare la preghiera personale e comunitaria. Molti partecipano a ritiri spirituali o a celebrazioni liturgiche speciali, come le Via Crucis, che ricordano il cammino di Gesù verso la crocifissione.

3. Opere di Carità: Il periodo quaresimale è anche un invito a compiere opere di misericordia e carità. I fedeli sono incoraggiati a sostenere chi è in difficoltà, attraverso donazioni, volontariato o semplici gesti di gentilezza.

4. Riflessione e Studio: Molti cristiani dedicano tempo alla lettura della Bibbia o ad approfondire la propria fede attraverso testi spirituali. Questo aiuta a comprendere meglio il messaggio di Gesù e a prepararsi per la Pasqua.

La Quaresima è un periodo di grande importanza per i cristiani, un tempo di rinnovamento spirituale e di preparazione alla Pasqua. Attraverso la penitenza, la preghiera e le opere di carità, i fedeli sono chiamati a rinnovare il proprio cammino di fede, avvicinandosi a Dio e cercando di vivere in modo più autentico. Questo periodo di riflessione non solo prepara i cristiani alla celebrazione della resurrezione di Gesù, ma offre anche l’opportunità di trasformare la propria vita e di diventare strumenti di amore e compassione nel mondo.

Il Mercoledì delle Ceneri

Il Mercoledì delle Ceneri segna l’inizio ufficiale della Quaresima.
Durante le celebrazioni, i fedeli ricevono un segno di cenere sulla fronte, tracciato in forma di croce. Questo gesto simbolico rappresenta il pentimento e la fragilità umana. Le parole pronunciate durante l’imposizione delle ceneri, “Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai”, invitano a una profonda riflessione sulla vita e sulla mortalità. È un momento di introspezione e di riconoscimento della propria dipendenza da Dio.

La Via Crucis

Un’altra pratica significativa durante la Quaresima è la Via Crucis, una celebrazione che ripercorre gli eventi della Passione di Cristo. Attraverso la meditazione su ciascuna delle quattordici stazioni, i fedeli sono invitati a riflettere sul sacrificio di Gesù e sul significato della sofferenza.
La Via Crucis offre un’opportunità per connettersi emotivamente con la storia della salvezza e per comprendere il valore della sofferenza nella vita cristiana.

I Riti della Settimana Santa

Un viaggio tra Fede e Tradizione

Le origini dei riti della Settimana Santa risalgono ad antiche tradizioni e celebrazioni che si sono evolute nel corso dei secoli. Le processioni e i riti che caratterizzano la Settimana Santa hanno radici che affondano nell’antichità, con influenze provenienti dalle celebrazioni ebraiche e dalle prime comunità cristiane.
In particolare, le processioni tradizionali della Settimana Santa hanno origine da antiche pratiche svolte già dai primi cristiani, che si riunivano per portare i corpi dei martiri al sepolcro.

Queste celebrazioni si sono evolute nel corso del tempo, integrando elementi culturali e religiosi delle diverse Comunità, dando vita a una varietà di riti e tradizioni che caratterizzano la Settimana Santa in diverse parti del mondo.

La Settimana Santa è quindi uno dei periodi più significativi per i cristiani di tutto il mondo, durante il quale si commemora la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo.

Questa settimana, che inizia con la Domenica delle Palme e termina con la Domenica di Pasqua, è caratterizzata da una serie di riti e celebrazioni che riflettono profondamente sulla fede e sulla spiritualità dei fedeli.

È un periodo solenne, che rappresenta per i cristiani un momento da vivere con gioia, ma anche e soprattutto, di profonda riflessione e partecipazione ai misteri della fede, un’occasione preziosa perciò per approfondire la propria fede e partecipare attivamente ai riti che culminano con la celebrazione della Resurrezione di Gesù Cristo, evento centrale del Cristianesimo, che rappresenta la vittoria di Cristo sulla morte e la promessa di vita eterna.

Le giornate della Settimana Santa sono caratterizzate da riti specifici che ripercorrono gli ultimi giorni di vita di Gesù, dalla sua entrata trionfale a Gerusalemme fino alla sua crocifissione e resurrezione. Ogni rito possiede un significato profondo e contribuisce a creare un’atmosfera di raccoglimento e preghiera.

La Settimana Santa inizia con la Domenica delle Palme, durante la quale si ricorda l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, accolto come Messia dalla folla che sventolava palme e rami d’ulivo. Nella Parrocchia di San Benedetto Chiesa Santa Lucia, nell’oratorio all’aperto, Don Massimo Noli benedice i rami di palma e ulivo che i fedeli porteranno poi a casa come segno di vittoria e pace. 

I fedeli, attraverso una piccola processione partecipano quindi alla lettura dei Vangeli che narrano questo evento.

La Domenica delle Palme precede la Pasqua e segna l’inizio della Settimana Santa. Ricorda l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, quando venne accolto dai cittadini festanti come Messia, acclamandolo con queste parole: “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nel più alto dei cieli.” (Mt 21,9). Per gli ebrei, la palma era una delle quattro piante portate in processione per la festività del Sukkot, la festa del pellegrinaggio, che ricordava il viaggio del popolo di Israele verso la Terra promessa e in particolare il tempo trascorso nel deserto, quando vivevano in capanne chiamate appunto sukot. Durante la festa venivano usati un ramo di palma (lulav), uno di cedro (etrog), tre rami di mirto e due di salice. Dunque, la palma indicava felicità e trionfo, prosperità e ricchezza, così come anche secondo i greci e i romani.

La Domenica delle Palme è conosciuta anche come domenica De Passione Domini” ovvero “della passione del Signore”, perché sebbene sia un giorno di festa, è il primo degli eventi che porteranno all’agonia e alla Crocifissione di Gesù. Nel rito romano la Domenica delle Palme fa ancora parte della Quaresima, mentre nella Forma straordinaria quest’ultima si conclude la domenica precedente.

I tre giorni successivi alla Domenica delle Palme ricordano alcuni fatti della vita di Gesù a Gerusalemme e in particolare il tradimento di Giuda. Ogni giorno, come prima lettura della messa, viene letto uno dei primi tre canti del Servo del Signore dal libro del profeta Isaia. La lettura del Vangelo, invece, racconta gli ultimi giorni di Gesù prima dell’arresto.

Il lunedì è il giorno dell’amicizia, sentimento importante per Gesù, che amava circondarsi di buoni amici e trascorrere tempo con loro. In questo giorno in particolare si ricorda di come lui si sia recato a Betania a visitare tre grandi amici: Marta, Maria e Lazzaro. “Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.” (Gv 12,1-11)

Martedì della Settimana Santa

Il martedì della Settimana Santa inizia a delinearsi nella mente di Gesù la consapevolezza del tradimento. La lettura del Vangelo nella liturgia racconta questo: “In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta.” (Gv 13,21-25)

Il mercoledì della Settimana Santa ricorda il tradimento vero e proprio di Giuda, che si reca dai Sacerdoti per vendere Gesù. “Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.” (Matteo 26:14-16)

 

Giovedì Santo, Venerdì Santo e Sabato Santo: i tre giorni che anticipano la Santa Pasqua

La domenica culmine della Settimana Santa

Per approfondire:

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