Santa Rita da Cascia

22 maggio

La Chiesa di Santa Lucia, situata nel cuore di Cagliari, è un luogo di devozione ai suoi Santi Patroni Benedetto e Lucia, ma è anche un punto di riferimento per i numerosi fedeli che venerano Santa Rita da Cascia, una delle sante più amate e rispettate della tradizione cristiana. La devozione per Santa Rita ha radici profonde nella cultura religiosa della città, e ogni anno attira un gran numero di devoti che partecipano alle celebrazioni in suo onore.

La storia di Santa Rita è intrisa di eventi miracolosi e di una profonda spiritualità. Si narra che, durante la sua vita, ricevette un segno divino attraverso le rose, che divennero simbolo della sua intercessione.

Questo legame con le rose è particolarmente significativo per i fedeli, che ogni anno, il 22 maggio, si riuniscono per celebrare la sua festa.

La giornata è caratterizzata da solenni celebrazioni liturgiche, momenti di riflessione e, soprattutto, dalla tradizionale benedizione delle rose.

Nella Chiesa di Santa Lucia, la celebrazione di Santa Rita attira un gran numero di fedeli. Durante le Sante Messe, la comunità si riunisce in preghiera, chiedendo l’intercessione della santa per le proprie intenzioni, siano esse personali, familiari o comunitarie.

La benedizione delle rose è un momento particolarmente toccante: i fedeli portano con sé mazzi di fiori, simbolo della loro devozione e delle loro speranze.

Le rose, benedette dal sacerdote, sono poi portate a casa come segno di protezione e conforto.

La partecipazione alla celebrazione di Santa Rita non è solo un atto di fede, ma anche un momento di condivisione e comunità.

Molti fedeli raccontano di come la figura di Santa Rita abbia avuto un impatto profondo nelle loro vite, portando conforto nei momenti di difficoltà e speranza nei periodi di crisi. La sua intercessione è spesso invocata per risolvere situazioni difficili, e molti testimoniano di aver ricevuto grazie e miracoli attraverso la sua protezione.

La devozione per Santa Rita si è diffusa nel corso dei secoli, diventando parte integrante della cultura religiosa di Cagliari. Le tradizioni legate a questa santa sono mantenute vive non solo attraverso le celebrazioni liturgiche, ma anche attraverso eventi culturali e sociali che coinvolgono la comunità.

Le scuole, le associazioni e le famiglie si uniscono per onorare Santa Rita, creando un legame profondo tra passato e presente.

La figura di Santa Rita continua a brillare nel cuore dei fedeli, unendo la comunità in un abbraccio di fede e amore.

La Santa delle rose divenne simbolo vivente di amorosa compartecipazione alle sofferenze del Salvatore. Ché la rosa dell’amore allora è fresca e olezzante, quando è associata alla spina del dolore! Così fu in Cristo, modello supremo, così fu in Rita. Invero, anche Ella ha sofferto ed amato: ha amato Dio ed ha amato gli uomini; ha sofferto per amore di Dio ed ha sofferto a causa degli uomini’.

– San Giovani Paolo II

Santa Rita da Cascia

È considerata la santa delle cause impossibili perché si ricorre alla sua intercessione nei casi che sembrano disperati. Il 22 maggio ricorre la memoria liturgia di Santa Rita da Cascia, «donna, sposa, madre, vedova e monaca» – ha ricordato papa Francesco – e insieme modello di vita più che mai valido anche oggi».
Rita nacque a Roccaporena, nel contado di Cascia nel 1381. Figlia di genitori anziani, si racconta che la sua nascita eccezionale fu annunciata alla madre da un angelo, che le indicò anche il nome da dare alla bambina. Fatti straordinari segnarono subito la sua vita, come il prodigio di api bianche che entravano nella bocca della piccola Rita ancora nella culla, depositandovi del miele. Già dai primi anni dell’adolescenza manifestò apertamente la sua vocazione alla vita religiosa, ma i genitori la promisero sposa a un giovane del borgo, impetuoso e violento e Rita cedette alle loro insistenze. Di lui – si disse – fu moglie e vittima. Ma con la nascita di due gemelli e la sua pazienza e dolcezza riuscì a trasformare con il tempo il carattere del marito. Visse con lui diciotto anni, fino al giorno cioè in cui egli cadde ucciso in un’imboscata.
Nel timore di vedere anche i figli coinvolti nella faida di vendette innescata dall’uccisione del marito, Rita pregò il Signore di non permettere che le anime dei figli si perdessero, ma piuttosto di toglierli dal mondo, e fu esaudita. Un anno dopo i due fratelli si ammalarono e morirono. Rita allora si rivolse alla Suore Agostiniane di Cascia per essere accolta tra loro ma per tre volte fu respinta, forse nel timore che il convento fosse coinvolto nelle faide tra le famiglie del luogo; infatti quando avvenne una pubblica riconciliazione fra i fratelli del marito e i suoi uccisori, Rita poté essere accolta.
Nel monastero visse per quarant’anni, nella preghiera assidua che interrompeva per visitare malati e lebbrosi, e fare opera di pacificazione tra le fazioni della cittadina, in lotta tra di loro. Un giorno, mentre era in contemplazione del Crocifisso, sentì una spina della corona di Cristo conficcarsi sulla sua fronte e produrre una piaga che divenne purulenta, costringendola a una continua segregazione. Visse gli ultimi quindici anni, immedesimandosi nelle sofferenze della croce, logorata dalle fatiche e dai digiuni, fino alla morte, che la colse il 22 maggio 1447, mentre le campane da sole suonavano a festa, annunciando la sua nascita al cielo.
La Santa “degli impossibili”, da subito oggetto di grande venerazione, fu solennemente canonizzata il 24 maggio 1900 da Leone XIII.

 

Perché Rita è santa?

Perché Rita è santa?si chiede Giovanni Paolo II nella lettera scritta per il VI centenario della nascita di Rita-. Non tanto – si risponde – per la fama dei prodigi che la devozione popolare attribuisce all’efficacia della sua intercessione presso Dio onnipotente, quanto per la stupefacente “normalità” dell’esistenza quotidiana, da lei vissuta prima come sposa e madre, poi come vedova ed infine come monaca agostiniana».

 

A Santa Rita sono dedicate molte preghiere.
Tra le più diffuse, questa:

O’ Dio onnipotente ed eterno, che in Santa Rita
da Cascia ci hai dato un luminoso esempio
di unione a te nella preghiera
e di servizio e amore ai fratelli,
fa che superando per sua intercessione
il nostro egoismo e la pigrizia,
possiamo imitarla per sperimentare nella prova
il tuo amore misericordioso
e la sua fraterna protezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio,
che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello
Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.

Esiste anche un’invocazione per le situazioni “impossibili”.

O cara Santa Rita,
nostra Patrona anche nei casi impossibili e Avvocata nei casi disperati,
fate che Dio mi liberi dalla mia presente afflizione…,
e allontani l’ansietà, che preme così forte sopra il mio cuore.
Per l’angoscia, che voi sperimentaste in tante simili occasioni,
abbiate compassione della mia persona a voi devota,
che confidentemente domanda il vostro intervento
presso il Divin Cuore del nostro Gesù Crocifisso.
O cara Santa Rita,
guidate le mie intenzioni
in queste mie umili preghiere e ferventi desideri.
Emendando la mia passata vita peccatrice
e ottenendo il perdono di tutti i miei peccati,
ho la dolce speranza di godere un giorno
Dio in paradiso insieme con voi per tutta l’eternità.
Così sia.
Santa Rita, patrona dei casi disperati, pregate per noi.
Santa Rita, avvocata dei casi impossibili, intercedete per noi.

Il simulacro ligneo della Santa, realizzato dallo scultore di Ortisei G. Vincenzo Mussner.
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