Sulla Parola del Signore
Dov’è appoggiata la tua vita? Quali sono le tue sicurezze? A cosa ti appiglieresti se un uragano la sconvolgesse? Ognuno di noi dovrebbe porsi queste domande, almeno una volta, per centrare la vita su ciò che per noi conta davvero, per evitare di lasciarcela sfuggire di mano, per non rischiare di scoprire alla fine di non aver vissuto davvero.
C’è chi si fida solo di se stesso; peccato, ha perso l’occasione di incontrare il meglio di ciò che lo circonda. C’è chi si appoggia al proprio partner, alla famiglia, alla propria comunità. E, a volte, si scontra con illusioni e delusioni. C’è chi si fida di Dio: ha incontrato la fede e attraverso di essa nutre la propria speranza.
Nell’episodio del Vangelo di oggi, il pescatore Simon Pietro ha faticato invano tutta la notte ma non ha preso nulla. Evidentemente in quei giorni quella zona del lago è sprovvista di pesci. Ciononostante decide di fidarsi di Gesù e «sulla sua parola» getta le reti. La pesca sarà abbondantissima.
Sulla Parola di Gesù, Pietro fonderà la sua vita: dalla fiducia nel perdono dei suoi peccati alla missione di pescatore di uomini. È la testimonianza di noi cristiani: riconoscere i nostri limiti, ma lavorare tenacemente per migliorarci, nel confronto con la Parola del Signore, e nella certezza che Lui ci indica la strada migliore. Anche quando ci sembra di non capirla, la vita è il meraviglioso viaggio verso la quiete del suo porto: Dio.
SIGNORE, ALLONTANATI DA ME,
PERCHÉ SONO UN PECCATORE!
Sono peccatore, mio Dio.
Faccio e rifaccio gli stessi errori.
M’inquieto, m’indigno, giudico
e sparlo a destra e a manca,
come se le travi della mia mancanza
di fede, di speranza e di amore
non esistessero e non condizionassero
chi si avvicina a me.
Eppure tu non ti inquieti,
continui a nutrirmi col tuo sole,
a farmi incontrare la vita e le persone,
a darmi l’illusione di avere il tempo
per fare qualcosa di buono,
anche quando lo rimando a giorni migliori,
che forse non ci saranno mai.
Tu continui ad avere fiducia nella mia capacità
di seminare parole e gesti importanti,
pur col mio carattere spigoloso
e l’ossessiva ricerca di uno spazio di felicità.
Tu continui ad avvicinarti,
anche quando io voglio allontanarti,
reiteri le tue preghiere continue e sussurrate,
mi guardi sempre con benevolenza
e con la certezza che Tu puoi riempire il mio cuore,
e io potrò essere la tua voce
perché il bene trovi casa nell’umanità.
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