Rallegratevi ed esultate
In quale gruppo citato oggi dal Vangelo ci collocheremmo? Nei ricchi o nei poveri? Nei sazi o negli affamati? Tra quelli che ridono o quelli che piangono? Tra gli stimati o tra i disprezzati? Sembra che Gesù ribalti le categorie del mondo: guai ai primi, beati gli ultimi!
In realtà, Gesù ci mette in guardia: davvero pensate che la ricchezza materiale, la sazietà, l’allegria e l’onor del mondo siano la via della vita e della felicità? Non è così, dice ai suoi discepoli.
A volte è vero proprio il contrario. I poveri di cose sono molto più ricchi di forza, interiorità e generosità dei grandi possidenti. I sazi spesso hanno perso la volontà di cercare, di scoprire, di allargare gli orizzonti. Quelli che non hanno mai pianto non sapranno mai comprendere chi soffre. I profeti di un mondo buono sono stati insultati e disprezzati, ostacolati e perseguitati, al contrario di quelli falsi, osannati alla loro ascesa e giustiziati dalla storia.
Gesù parla del suo Regno, assicurato nel Paradiso, e in costruzione sulla terra. I suoi discepoli devono sapere che gli esseri umani cercano la tranquillità e la gioia, ma la corsa ai beni materiali e il possesso egoistico degli stessi sono fuorvianti. Pur essendo patologico cercare la croce, nessuno deve scoraggiarsi quando arriva, se è frutto della ricerca della verità e del bene. «Rallegratevi ed esultate» significa «fatevi forza» perché Dio è con voi e la beatitudine non vi sfuggirà. Viceversa, potrebbe sfuggire a chi si è fidato troppo di ciò che ha conquistato, se poi ha perso ciò che nella vita conta davvero: crescere, capire, amare.
BEATI VOI, POVERI…
Non amo la povertà, Signore,
non saprei come fare senza le piccole o grandi cose
che sono abituato a usare nella vita di tutti i giorni.
Eppure tu mi chiedi: è davvero tutto necessario,
nell ’ultima versione tecnologica e in così tante copie
che ci sarebbe bisogno costantemente
di nuovi armadi e spazi?
Non amo la fame, Signore, sento un languorino
e mi precipito al frigorifero, mi estasio tra gli scaffali del supermercato e giungo alla cassa col carrello pieno.
Eppure tu mi chiedi: sicuro che ti fa tutto bene?
Sicuro che nulla può essere condiviso con chi non ce l’ha?
Non amo la tristezza e fuggo il pianto, Signore.
Eppure mi chiedi: come farai a capire e amare chi soffre,
se non hai mai sentito il peso dell’ingiustizia,
se non ti sei mai commosso
davanti al bello e al buono che non c’è?
Non amo gli insulti, le critiche, le battute
soprattutto quando in fondo
ho fatto cose a fin di bene, o per te.
Mi guardi con affetto e sembra che ti dispiaccia,
che in realtà non l’avresti mai voluto.
Poi mi indichi la tua croce,
e subito dopo il sepolcro vuoto.
Bisognava passare di lì
per raggiungere la risurrezione,
la casa di Dio, la gioia per l’eternità.
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6 settimana del Tempo Ordinario 16-22 febbraio 2025 scarica Qui.