Gruppo Santa Marta

Tra le tante persone che si mettono al servizio della comunità parrocchiale, c’è un gruppo particolare. Si chiama “GRUPPO SANTA MARTA” (dal nome della sorella di Lazzaro e Maria che si metteva sempre al servizio di Gesù e degli apostoli).

Quando Gesù andò ospite in casa dell’amico Lazzaro trovò anche le sue due sorelle, Marta, indaffarata a preparare una degna accoglienza all’ospite, e Maria, che incurante dei richiami della sorella che chiedeva un aiuto, si fermò ad ascoltare la parola del Maestro. Descrivendosi, le volontarie affermano: <<Noi signore del gruppo Santa Marta siamo sempre indaffarate, come la sorella di Lazzaro, a pulire e a riordinare la chiesa, ma non per questo ignoriamo l’esempio di Maria, perché per noi “ramazzare” in chiesa è pregare tre volte! >>

Si tratta di persone preziose che offrono il loro servizio in silenzio (non vuol dire senza parlare, ma senza farsi vedere). Per loro è importante che la parrocchia sia pulita, in ordine e accogliente.

Ogni giovedì mattina all’alba puntualmente si ritrovano per tenere in ordine la casa di Dio.

Oltre la pulizia, un altro gruppo si occupa al decoro della chiesa e del presbiterio, delle cappelle e dell’altare secondo le indicazioni del parroco e del cerimoniere, curando soprattutto l’aspetto floreale.  

 

Il gruppo ha preso vita tanti anni fa, e ora si dedica alla chiesa con gioia: scopa e straccio sono i loro ferri del mestiere, ma… non sono più giovanissime, e sempre meno, a volte proprio poche… e il lavoro è tanto!

Cerchiamo amiche e amici, collaboratori e collaboratrici.
Unico requisito il desiderio di dare lode a Dio con un lavoro semplice ed umile, ma non meno necessario di altri.
La nostra chiesa è bella, aiutateci a mantenerla sempre così!

Per maggiori informazioni contattate la Segreteria della Parrocchia di San Benedetto:
aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle ore 16.30 alle 18.00
tel: 070 403250
e-mail: santalucia.cagliari@tiscali.it

Santa Marta, la donna tuttofare "rimproverata" da Gesù

Il Vangelo ce la presenta come una signora di casa sollecita e indaffarata tanto da ricevere il richiamo di Gesù ricevuto in casa come ospite.

Il suo nome significa “signora”. È protettrice di casalinghe, domestiche, albergatori, osti e cuochi.

Marta è la sorella di Maria e di Lazzaro di Betania, un villaggio a circa tre chilometri da Gerusalemme. Nella loro casa ospitale Gesù amava sostare durante la predicazione in Giudea. In occasione di una di queste visite compare per la prima volta Marta. Il Vangelo ce la presenta come la donna di casa, sollecita e indaffarata per accogliere degnamente il gradito ospite, mentre la sorella Maria preferisce starsene quieta in ascolto delle parole del Maestro. Non ci stupisce quindi il rimprovero che Marta muove a Maria: «Signore, non t’importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».

La risposta di Gesù può suonare come rimprovero alla fattiva massaia: «Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Ma rimprovero non è, commenta S. Agostino: «Marta, tu non hai scelto il male; Maria ha però scelto meglio di te». La lezione impartitale dal Maestro non riguardava, evidentemente, la sua encomiabile laboriosità, ma l’eccessivo affanno per le cose materiali a scapito della vita interiore.

Ciononostante Maria, considerata il modello evangelico delle anime contemplative già da S. Basilio e S. Gregorio Magno, non sembra che figuri nel calendario liturgico: la santità di questa dolce figura di donna è fuori discussione, poiché le è stata confermata dalle stesse parole di Cristo; ma è Marta soltanto, e non Maria né Lazzaro, a comparire nel calendario, quasi a ripagarla delle sollecite attenzioni verso la persona del Salvatore e per proporla alle donne cristiane come modello di operosità.

Accogliere Gesù in famiglia

Padre Maggioni non ha dubbi sul significato pastorale della nuova memoria. “Il Vangelo dice che Gesù voleva molto bene ai tre fratelli di Betania. Da Luca e Giovanni apprendiamo che hanno temperamenti diversi, ma sono tutti capaci di accogliere il Signore Gesù nella loro casa. Mettono a disposizione di Gesù uno spazio fisico, quando desidera trascorrere dei momenti di serenità con degli amici. Questa memoria sottolinea perciò l’accoglienza dei tre fratelli nei confronti di Gesù e della sua parola e l’amore che Gesù ha per loro. Un’occasione perciò per valorizzare l’amicizia, l’accoglienza, ma anche le relazioni familiari che aiutano ad aderire alla Parola di Gesù”. “Può succedere che la famiglia sia di impedimento all’adesione al Vangelo, a fare delle scelte radicali per seguire Gesù”, spiega padre Maggioni. “Ma la casa di Betania ci mostra che sono proprio le relazioni familiari, i fratelli, le sorelle, i parenti, ad aiutarci con il loro esempio ad aprire il nostro cuore per ospitarlo”.

L’amicizia è l’alfabeto del Vangelo

Un paio d’anni fa, don Luigi Maria Epicoco, sacerdote e scrittore, preside dell’Istituto Superiore Scienze Religiose Fides et Ratio dell’Aquila, aveva dedicato a questi tre personaggi evangelici un libretto di meditazioni, stampato da Tau Editrice, centrato sul tema dei legami di amicizia. “La scelta del Papa di ricordarli insieme in un’unica festa – commenta – è una bellissima notizia perché questi tre personaggi sono una vera e propria famiglia e Gesù frequenta la loro casa. Quindi era giusto non dare spazio solo a uno dei protagonisti, ma allargare questa festa a tutto il clan familiare che ci dice, in fondo, che il cristianesimo funziona sempre all’interno di una dinamica di relazione e non semplicemente nell’eroismo del singolo”. Secondo Epicoco la dinamica relazionale è l’unica all’interno della quale è possibile comprendere il Vangelo. “Questo cristianesimo che a volte respiriamo oggi così solipsistico, individuale, chiuso nell’intimismo, non è il cristianesimo di Gesù Cristo. Gesù ci ha infatti insegnato che per capire la Buona Novella bisogna giocarsi la vita nei rapporti. L’amicizia non è mai riempimento nella vita di Gesù, ma è l’alfabeto base per poter comprendere il suo messaggio. Se pensiamo che anche nel Getsemani Gesù ha avuto bisogno di amici, capiamo che la nostra più grande presunzione è quella di voler affrontare la vita da soli”.

 

Marta e Maria: sorelle che si aiutano

Un pregiudizio vuole che nella famiglia di Betania Marta sia la donna del fare e Maria quella dell’ascolto, ma Epicoco consiglia di andare oltre il luogo comune. “Un pregiudizio negativo nei confronti di Marta ha attraversato un po’ tutta la storia della Chiesa. Abbiamo sempre pensato che le persone per indole più pratiche, più prese dal fare, siano peggiori di quelle più capaci di ascolto, interiorità. Ma, notate bene, Gesù non chiede a Marta di diventare Maria. Se Gesù giunge in quella casa è grazie all’operosità di Marta, però quando l’ospite arriva Marta non sa godere appieno della sua presenza, a differenza della sorella Maria che è ai piedi di Gesù e lo ascolta”. “Ma anche Maria – spiega Epicoco – corre dei rischi. Le persone che tendono ad essere più contemplative rischiano di cadere in depressione di fronte alle difficoltà, come accade a Maria al momento della morte di Lazzaro. C’è allora bisogno di una Marta che tiri fuori i contemplativi da questa tentazione. Marta e Maria, si aiutano a vicenda, in modo tale che Marta recuperi il punto focale della sua vita e Maria venga fuori dalle sue paturnie”.

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