Pasqua di Risurrezione e Ottava di Pasqua 20 – 26 aprile 2025

Ho fatto Pasqua

Cosa significa «fare Pasqua», per noi, oggi? Una pausa, una vacanza, una festa? Una ricorrenza, un’Eucarestia, un pensiero? Un annuncio incredibile, una vaga speranza, una prospettiva di vita? Un cambiamento importante, un appoggio decisivo, la roccia su cui fondare la nostra storia?

Ci sono tanti modi per vivere la Pasqua, perché l’evento della risurrezione di Cristo cozza con ciò che è razionale e si può toccare con mano. Sì, Pietro e Giovanni il «primo giorno della settimana» constatano che il sepolcro è vuoto, che il sudario è ripiegato, che le donne avevano ragione. Ma «non avevano ancora compreso la Scrittura, cioè che egli doveva risorgere dai morti».

Noi sappiamo che Gesù aveva ripetuto più volte questa certezza su di sé. Era convinto che Dio non abbandona nelle braccia della morte chi è stato pieno di vita e di amore nell’esperienza terrena. Dio è il Dio dei viventi: Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Elia… continuano a esistere in Lui.

Per questo Pasqua è un’occasione per ripensare alla meta della vita eterna, di fronte alla quale tante preoccupazioni terrene calano di intensità, diventano relative, spengono la loro urgenza.

Piuttosto, per la serenità di ogni giorno, dovremmo imparare a vivere sempre con un occhio al Cielo, nella consapevolezza che è lì che siamo destinati, e l’unico vero pericolo è quello di non farci trovare vivi all’appuntamento con Lui.

LA MIA PASQUA NELLA TUA

 Ho fatto Pasqua, Signore.

Sono andato al sepolcro per piangere ciò è passeggero

e l’ho trovato vuoto, aperto alla sorpresa più grande,

superato da un evento da sempre atteso

e promesso da un’amore

che non può tradire chi ha creato per la vita.

Ho fatto Pasqua, Signore.

Le storie della vita mi hanno portato negli inferi

delle sconfitte, delle scottature, delle depressioni,

ma ora vedo le luci dell’alba

e contemplo nella tua risurrezione la mia speranza.

Ho fatto Pasqua, Signore.

Ti ho visto di fronte a me,

con i segni della croce e la luce del risorto,

e non posso fare a meno di correre

a raccontare le tue meraviglie,

di cantare, suonare e danzare la mia gioia,

in quest’anteprima della festa infinita

che in cielo ci vedrà liberi da ogni male.

 Ho fatto Pasqua, Signore.

Non sono nell’infinito del tuo abbraccio.

Ma l’ho sentito, nel profondo dell’anima,

un senso di pace è calato in me

e finalmente avverto con gioia

il tuo immenso amore per me.

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