DOMENICA XXXIII del TEMPO ORDINARIO – 15/11/2009
Carissimi, questa domenica che precede la solennità di Cristo Re, e quindi, la conclusione dell’anno liturgico è bene riflettere su tutto ciò che ha termine: L’uomo si è sempre domandato che ne sarà del proprio futuro e del futuro del mondo. Per questo motivo si chiede: che ne sarà di me?
Anche oggi, in una civiltà che si definisce laica, utilizzando impropriamente questo termine come fosse sinonimo di distanza dalla religione, il problema del futuro rimane, ed è presente nel profondo del cuore di ogni uomo.
Alcuni dicono: “preferisco non pensarci”, e allo stesso tempo, però, assistiamo ad un massiccio riemergere del fenomeno di chi ricorre sempre più frequentemente a magie e astrologie convinti di trovare risposte a quelle domande di senso.
C’è da chiedersi: ma noi cristiani che cosa pensiamo del futuro?
Nessuno ci può dare una risposta se non Colui che è il vero padrone del futuro e cioè Gesù, Colui che nel battesimo abbiamo riconosciuto essere il Cristo, il Risorto. Il Vangelo di oggi, infatti ci propone il cosiddetto discorso escatologico, parola strana ma con un senso semplicissimo: significa discorso sulle ultime cose della vita e della storia.
È un discorso, nel quale Gesù dà le informazioni strettamente necessarie perché il futuro sia guardato con speranza e nello stesso tempo con serietà, perché esso riguarda ogni uomo!
Per capire il discorso di Gesù non si può trascurare la circostanza in cui venne pronunciato. Lo dice Marco: davanti al tempio di Gerusalemme, alla vigilia della morte e risurrezione di Gesù
Ecco allora la scena: gli apostoli e i discepoli guardano compiaciuti il Tempio ricostruito da Erode – la ricostruzione era iniziata nel 19 a.C. e ai tempi di Gesù era ancora in corso; infatti, finirà nel 64 d.C.: era un’opera colossale, uno spettacolo che suscitava orgoglio tra i giudei. “Guarda, Signore” dicono gli apostoli; e la risposta di Gesù fu disarmante: “Non resterà pietra su pietra”.
“Quando Signore, accadrà e quale sarà il segno che queste cose staranno per accadere ?”
A questo punto Gesù dà la sua risposta che acquista orizzonti più grandi della domanda, ma si deve ricordare che Gesù risponde ad una domanda sulla fine del Tempio di Gerusalemme.
La storia ci informa che il Tempio finì nel 70 d.C., quando in Giudea Tito, figlio di Vespasiano reprime la rivolta giudaica portando a termine l’impresa in maniera feroce….. e veramente non resterà pietra su pietra, esattamente prima che passasse la generazione contemporanea a Gesù, e ancora oggi a Gerusalemme esiste il segno e il ricordo di questa distruzione: quello che oggi è chiamato IL MURO DEL PIANTO, o Muro della preghiera, è quella sezione del muro occidentale del Tempio nel quale anche Giovanni Paolo II, si è recato a pregare, in occasione del Giubileo del 2000.
Ma per gli apostoli la fine di Gerusalemme e soprattutto la fine del Tempio non era pensabile se non in rapporto alla fine del mondo.
Gesù parla delle due cose: la fine di Gerusalemme e la fine del mondo, presentando la prima come segno della seconda.
In altre parole Gesù dice: finirà il Tempio perché è diventato luogo di empietà e così finiranno tutti i prepotenti della storia.
Finirà il Tempio e finirà anche questo mondo precario e sanguinario: ci sarà una resa di conti e Dio sarà il vincitore della storia e i buoni, saranno con lui…alla sua presenza, dove ci sarà gioia piena e ogni dolcezza….
Questo è il senso autentico del discorso di Gesù, il resto sono tutte immagini non vere!
Certamente gli apostoli e anche noi con loro, erano preoccupati del fatto che il bene sembrava e sembra schiacciato. Gesù aveva annunciato la sua morte e aveva pronosticato persecuzioni per i discepoli per cui non c’era proprio da stare allegri.
Ora ripete l’annuncio e dice: “Sì ci saranno persecuzioni, guerre, oppressioni…il male avrà il suo sfogo…ma non abbiate paura.”
Che cosa dobbiamo fare in questa attesa, ascoltare il monito di Gesù: “VIGILATE”!
Cioè fate il bene conservando la speranza, perché in qualsiasi prova non sarete abbandonati. E quando avverrà la fine del mondo?
Oggi, anche la scienza parla della fine del mondo: il mondo ha un’età; ha avuto un inizio e avrà una fine.
Ma quando avverrà? Gesù dice: “Non vi preoccupate di quando avverranno queste cose! Preoccupatevi di come ci si deve preparare all’incontro con Dio”
Il “QUANDO AVVERRÁ” non trova risposta nelle parole di Gesù: l’evangelista Marco, invece, riferisce queste parole di Gesù “Siate vigilanti perché non sapete quando il Signore viene: se a sera, a mezzanotte, o al canto del gallo o al mattino”.
Allora ciò significa che, chi dice di sapere quando finirà il mondo non attinge più al Vangelo, ma attinge la notizia dalla propria fantasia o forse dalle proprie riserve di menzogne.
Mentre l’insegnamento di Gesù, insiste sulla “VIGILANZA”…è questo il modo per attendere Gesù…, “VIGILARE”, cioè operare il bene, adoperarsi per contrastare ogni segno di morte, impegnarsi per contrastare le ingiustizie, vivere la verità, fare la verità, essere verità….impegnarsi nel grave compito dell’educazione dei giovani e dei ragazzi, in tempi di emergenza educativa….promuovere una cultura della vita….della pace…..e dunque, preoccupatevi di impegnare tutto il tempo che Dio vi dona, trasformandolo in opere di bene, perché sono queste che conducono alla salvezza e resistono ad ogni sovvertimento della storia.
E così sia.