Venerdì 4 luglio: Una celebrazione di gioia e riconoscenza

La comunità di San Benedetto ha vissuto una giornata memorabile venerdì 4 luglio, in occasione della solenne celebrazione eucaristica per i 60 anni di sacerdozio del nostro amato Don Carlo Follesa. La Chiesa di Santa Lucia era gremita di fedeli, un’assemblea festante che ha riempito l’atmosfera di canti e gioia, animati dai ragazzi della comunità Aquilone, tutti presenti per onorare questo importante traguardo.

Un’omelia toccante

Durante la celebrazione, Don Massimo ha tenuto una bellissima omelia, ripercorrendo la vita di Don Carlo dall’infanzia fino ai giorni nostri. Ha descritto il suo cammino vocazionale, iniziato nel seminario di Cuglieri, dove ha gettato le basi della sua vocazione non solo religiosa, ma anche sociale. Ordinato nel 1965, Don Carlo ha servito come vice parroco a San Benedetto e ha fondato la parrocchia di San Massimiliano Kolbe a Is Mirrionis. Le parole di Don Massimo hanno sottolineato l’importanza della sua “pastorale della strada”, un approccio innovativo che lo ha portato a entrare nei bar del quartiere e a partecipare alle partite di calcio locali, avvicinando così i residenti alla Chiesa.

Un legame indissolubile con i giovani

L’assemblea, visibilmente commossa, ha accolto con calore i ricordi di Don Carlo, un sacerdote che ha dedicato la sua vita al servizio degli altri. Don Massimo ha messo in evidenza come Don Carlo, appassionato di sport sin da giovane, abbia sempre ritenuto che attività come il calcio potessero essere strumenti efficaci per costruire una comunità più unita. La sua esperienza sportiva non solo lo ha aiutato a farsi accettare, ma lo ha portato a organizzare tornei di calcio per i bambini e i ragazzi del catechismo, rafforzando così i legami tra la Chiesa, i giovani e le famiglie. Oggi, continua a guidare i giovani della comunità “L’Aquilone”, dimostrando che la sua missione è più viva che mai.

Riconoscimenti speciali

In un gesto simbolico di riconoscimento, sabato 5 luglio, Don Carlo consegnerà l’attestato a 40 giovani della comunità Aquilone, che hanno completato con successo il percorso terapeutico. Questo evento sottolinea l’impegno di Don Carlo non solo nella vita spirituale, ma anche nel sostegno e nella crescita personale dei giovani. La sua opera non si è limitata solo ai fedeli, ma ha incluso anche chi viveva situazioni di disagio, come i rom presenti nella zona, verso i quali ha promosso un’accoglienza cristiana.

Un dono speciale

Al termine della celebrazione, la comunità di Santa Lucia ha voluto omaggiare Don Carlo con un bellissimo simulacro di Nostra Signora di Bonaria. Questo gesto non è stato solo un regalo, ma un significativo richiamo al fatto che proprio 60 anni fa, Don Carlo era stato istituito sacerdote nella Chiesa di Bonaria a Cagliari. Questo simbolo rappresenta non solo la sua vocazione, ma anche il legame profondo con la tradizione e la spiritualità della nostra comunità.

Un impegno sociale e spirituale

La celebrazione del 4 luglio è stata un’importante testimonianza della dedizione e dell’amore che Don Carlo ha portato nella comunità di San Massimiliano Kolbe. Per oltre cinquant’anni, ha guidato la parrocchia (contribuendo alla costruzione di varie strutture, come l’oratorio e il salone parrocchiale), trasformandola in un luogo di aggregazione e crescita per tutti. Nel 2023, giunto all’età di 80 anni, Don Carlo ha deciso di lasciare la guida della parrocchia di San Massimiliano Kolbe per dedicarsi esclusivamente alla comunità “L’Aquilone”, permettendo alla parrocchia di intraprendere un nuovo cammino sotto la guida di un altro pastore.

Guardando al passato, ha definito la sua esperienza a Bingia Matta come “non solo una missione sacerdotale, ma anche un viaggio umano, religioso e spirituale”. La comunità si unisce in un coro di gratitudine e gioia, celebrando non solo un traguardo personale, ma anche un cammino condiviso di fede e amore.

 Foto Archivio Parrocchiale 2025

M.T.

 

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