Anziani sempre più soli dopo il Covid

Spaventati e sempre più isolati disertano anche le messe: allarme del parroco.

Soli e spaventati. A San Benedetto è emergenza anziani. La pandemia è finita, eppure per molti l’isolamento domestico continua. La chiesa di Santa Lucia, sede della parrocchia cittadina col maggior numero di over 60, registra un calo di presenze a messa del 30%. Anche la partecipazione alle attività per la terza età è diminuita. Per non dire crollata. Se prima del Covid a ciascun incontro partecipava una cinquantina di anziani, oggi non si superano le dieci unità. Nel quartiere, insomma, Si registra una drammatica riduzione delle interazioni sociali tra persone avanti con gli anni, dovuta in primis alla paura di contrarre l’infezione ma anche alla mancanza di luoghi di incontro dopo la chiusura, nel 2018, dell’unico Centro anziani, quello di via Boito.

L’allarme

A lanciare l’allarme e don Massimo Noli, 59 anni, parroco dal 2011. «La nostra è la seconda parrocchia più popolosa dopo San Paolo», premette, «a Santa Lucia fanno capo 7500 residenti e più della metà è over 60». Spesso si tratta di persone che hanno perso il coniuge e vivono sole. «Non escono perché hanno paura a stare a contatto con gli altri», afferma don Massimo. Hanno bisogno di aiuto per la spesa, per le ricette mediche. Ci chiedono anche sostegno economico» La parrocchia si fa in quattro. 

Le iniziative

L’obiettivo è coinvolgere il maggior numero possibile di anziani. Farli uscire di casa. In uno spazio interno all’oratorio abbiamo creato una sorta di oasi». Separata dal traffico di via Dante. «Una decina di volontari si occupano dell’accoglienza. L’idea è offrire un luogo tranquillo dove passeggiare, chiacchierare. L’ideale per incontri tra nonni e nipotini».

Sono stati attivati laboratori dedicati. «Si va dalle ricette di cucina alla lettura di libri, fino alla proiezione di film. Facciamo tutto con le nostre sole forze». L’offerta include anche un corso di Tai chi. «Abbiamo

una decina di iscritti da 60 a 87 anni, spiega l’insegnante Francesca Migliavacca, 57 anni, «non è l’aspetto marziale che ci interessa, quanto quello del benessere psico-fisico. Ci si muove e si fa amicizia». La parrocchia sta cercando di sopperire anche al vuoto lasciato dalla chiusura del Centro di via Boito, che per 20 anni aveva rappresentato un punto di riferimento. Si ballava, si giocava a carte e a tombola. Alla chiusura seguì la demolizione. Per far spazio ad un nuovo palazzo.

Il Comune

Anche l’amministrazione comunale fa la sua parte. Puntando soprattutto su un’assistenza domiciliare «calibrata sui bisogni delle persone», come si apprende dal Servizio sociale. Un servizio in appalto che, su richiesta, include anche l’assistenza sanitaria a cura di personale specializzato (Oss).

Si punta inoltre a potenziare la socialità, «con iniziative di carattere ricreativo nella Casa di riposo di Terramaini». Estese anche ai non ospiti. Il ricambio generazionale resta per ora un miraggio, tuttavia qualche segnale positivo c’è. I figli rientrano nelle case dei genitori che non ci sono più. Risultato? «Nel 2023 abbiamo battezzato ben 40 bambini»., si rallegra don Massimo, «e quest’anno abbiamo già più di 120 iscritti al catechismo». Numeri che a San Benedetto non si vedevano da tanto tempo.

Paolo Loche

L’Unione Sarda, 01/02/2024


Torna in alto