Da L’Unione Sarda, 11/10/2018
La “Piccola casa di San Vincenzo” festeggia cento anni di Vita
” Il profumo del brodo di carne è forte, inebriante e riporta a tempi passati. Centrini sul tavolo, gli specchi e le sedie sono quelli degli antichi salotti buoni cagliaritani. Il clima nella “Piccola casa di San Vincenzo”, in via San Benedetto è di festa: domani l’associazione guidata dalla presidente Laura Cossu e dalla vice Anna Maria Tripepi celebra il centesimo compleanno. Un anno sempre a disposizione degli anziani, nella maggior parte dei casi soli.
A disposizione degli altri.
Al secondo piano, sotto una coperta, uno scricciolo che non raggiunge i trenta chili. In mano ha un biberon con un frullato di carne e verdura. Rosa ha 87 anni e da quando ne aveva 12 è ospite delle vincenziane, <<Ci era stata affidata dal padre, un muratore che aveva perso la moglie>>, dicono Laura Cossu e Anna Maria Tripepi. I 35 ospiti della casa di riposo nel cuore della città (28 donne, 7 uomini) sono eterogenei. <<Le più giovani hanno 80 anni. I record di longevità spettano a Vera che quest’anno spegnerà 104 candeline>. Nella casa la noia è bandita: <<Organizziamo tombolate, spettacoli in sardo e lezioni di ginnastica dolce. Il Forte Village, gratuitamente, mette a disposizione delle ospiti le sue estetiste e fisioterapiste>>.
La storia. Presidente e vice dell’associazione raccontano con precisione certosina la storia dell’associazione dei volontari vincenziani. Tutto inizia a Castello, dove le dame della carità di San Vincenzo de’ Paoli si prendevano cura delle anziane. <<Erano per lo più donne di servizio che arrivavano dai paesi e che lavoravano alle dipendenze delle famiglie nobili del quartiere>>, spiegano Cossu e Tripodi. <<Anziane, senza dimora e reddito dormivano
all’aperto, nei sottoscala o in tuguri umidi circondate dalla miseria>>. Grazie alla concessione dell’Ordine Mauriziano, le vincenziane ebbero a disposizione la sinagoga, la chiesa allora abbandonata di Santa Maria del Monte. <<I locali erano infelici, così una nobildonna di Castello mise a disposizione un ampio camerone in via Corte d ‘Appello>>.
Una sistemazione decisamente migliore che consentiva alle donne che vivevano di elemosina e donazioni e ai bambini malati di tracoma (una patologia contagiosa che portava alla cecità) di vivere in condizioni più dignitose.
Il presente inizia nel 1972, quando l’associazione si trasferì nella sede attuale, nell’ex Clinica Cardia, in via San Benedetto <<In realtà la proprietà era di professor Baggio, parente del famoso cardinale. Dopo una lunga battaglia legale siamo riusciti ad acquistare l’edificio di 800 metri quadri su tre livelli e la villetta che attualmente ospita l’asilo>>.
Andrea Artizzu