La parrocchia è vicina al quartiere di San Benedetto

Don Massimo Noli da 11 anni guida la comunità cittadina

La verifica pastorale in due righe di risposta a un questionario distribuito per portare il sinodo diocesano in ogni casa. Domanda: «La parrocchia di San Benedetto ti aiuta a crescere?».

Risposta: «Sì, con le diverse attività liturgiche, oratoriali, catechetiche la comunità parrocchiale si fa sempre più vicina alle tante esigenze del quartiere».

Don Massimo Noli quando 11 anni fa è arrivato nella chiesa dedicata a Santa Lucia probabilmente pensava proprio a questa coralità socio- pastorale: associazioni, gruppi, movimenti, famiglie, singole persone, ciascuno con la sua propria originalità e voce, «suonare un’unica sinfonia». «La vocazione comunitaria – dice don Noli – è una caratteristica di molti laici portatori di un bel senso ecclesiale, costruito e alimentato dai miei predecessori, in particolare monsignor Antonino Orrù e don Pietro Meledina, da me conservato e adattato ai recenti insegnamenti del Papa e dei Vescovi».

L’impronta dell’ex-vescovo di Ales-Terralba, recentemente scomparso, è ancora evidente nel grande quadrilatero ecclesiale compreso tra le vie Fais, Cimarosa, Cherubini e Donizetti, soprattutto nei paramenti e nelle insegne episcopali in mostra nella sagrestia che si apre su campi, aule, laboratori, sale riunioni animati dal mondo del volontariato, «Legio Mariae», gruppo missionario, ministranti, coro, «Santa Marta», ai quali don Noli ne ha aggiunti altri. «Soprattutto sul fronte dell’evangelizzazione – aggiunge il parroco – per dare gambe alla “Chiesa in uscita” di cui parla sempre il Papa: promuovono a livello parrocchiale, stradale, anche di condominio momenti di aggregazione e conoscenza della Bibbia.

Il gruppo biblico si riunisce sistematicamente il giovedì; il lunedì quello degli zelatori delle preghiere allo Spirito Santo dei devoti».

L’ideale è una parrocchia «famiglia di famiglie», un obiettivo raggiungibile

perché nell’oratorio di via Fais convergono tutti i gruppi, non mancano le occasioni di socializzazione tra anziani che accompagnano i nipoti negli spazi sportivi parrocchiali e si fermano nei laboratori di cucina e sartoria. Il futuro parrocchiale è nei 100 ragazzi che frequentano il catechismo.

«Per valorizzarne le potenzialità pastorali – dice don Massimo – la tradizionale “Messa dei bambini” è diventata la “Messa delle famiglie”, seguita da una mattinata comunitaria tra genitori sotto lo sguardo dei figli impegnati in attività ludiche.

Evangelizzare la famiglia è la scelta prioritaria di ogni parrocchia, anche della nostra, che sente l’assenza di un gruppo giovanile. Purtroppo, non c’è, e non mi consola condividere questa situazione con altri parroci».

Più gratificante celebrare ogni sera l’Eucaristia davanti a un centinaio di fedeli. La dimensione liturgica della parrocchia di San Benedetto è sicuramente attrattiva, per le attenzioni di don Noli e di una squadra di collaboratori che si riuniscono ogni venerdì. «Alcuni anni or sono abbiamo realizzato un corso di formazione per lettori concluso con la consegna ufficiale della Bibbia durante una solenne celebrazione», dice il sacerdote che registra partecipazioni anche di fedeli non «san benedettini» ai momenti di preghiera organizzati dalla parrocchia.

Fiore all’occhiello e motivo di orgoglio per don Massimo sono gli undici anni ininterrotti – anche durante il lockdown – di «Adorazione eucaristica»: ogni martedì alle 20.30 l’ostensorio compare sull’altare della chiesa di Santa Lucia. «Questa continuità è segno di una devozione all’Eucarestia che resiste nonostante i cambiamenti culturali e i modi di vivere e incarnare il mistero eucaristico, centrale per tutti i cristiani».

Il programma pastorale parrocchiale, nato dal confronto tra parroco e gruppi parrocchiali, prevede anche momenti straordinari di preghiera, come quello a partecipazione cittadina del pellegrinaggio delle reliquie di papa san Giovanni Paolo II: «Non è rimasto – evidenzia il parroco – un episodio isolato,

perché ha generato un gruppo che ogni anno celebra la festa del papa polacco». Analogamente ha assunto una rilevanza ultra-cittadina la devozione per San Giuda Taddeo, un Santo particolarmente sensibile alle preghiere per gli ammalati e per risolvere situazioni difficili. «Un gruppo di devoti, durante i mesi difficili della pandemia mi ha proposto – dice don Noli – di consentire i loro incontri di preghiera rivolti a questo apostolo ritenuto una sorta di “Santo dell’impossibile”.

Ogni martedì partecipo anch’io e sono testimone di fatti meravigliosi». Sempre laici gli organizzatori dei festeggiamenti con processione per san Benedetto e santa Lucia e parroco che tiene la chiesa aperta la mattina e assicura le confessioni continuativamente.

Un mix di «usato sicuro» pastorale e cammino sui passi del Sinodo «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione», diventato strategico per la parrocchia di San Benedetto, che da un anno e mezzo dedica a questo processo di ascolto vocazionale del popolo di Dio il lavoro costante di 41 «sinodali».

Il Portico, 23/01/2023


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